Elegia del silenzio
Abito il silenzio, l'assenza l'oscura notte in cui una luna di polvere avvolge di sgomento ogni cosa. La notte è un mantello triste che soffoca il grido d'avorio di mille labbra ammutolite. Abito il silenzio, la possibilità abito il luogo in cui ancora nasce il fiore della speranza, della libertà. Lì, nel tuo cuore di pianto Ashraf giace sconfitta la giustizia. Quando un poeta grida la sua presenza ogni assassino diventa poeta, suo malgrado, ed è poesia anche la morte che lo vogliate o no- quando un poeta muore perisce assieme a lui il cuore di ogni uomo che sa la fatica del silenzio per gli occhi dei figli coraggiosi. Quando un poeta muore cade un pezzo di cielo in terra ma la sua stella non smette di brillare... Quando un poeta muore splende ancora più forte; tra i piedi dei viventi traccia il suo sentiero luminoso di pace e di rispetto, di verità. Quando un poeta muore per mano della vigliacca ignoranza degli empi il suo corpo non muore mai davvero, sopravvive alle spade dell'umiliazione. Quando un poeta muore il suo corpo fattosi parola lo si prende di bocca in bocca come un sacramento e il suo nome, in questa lunga notte, è una fiaccola accesa che arde dentro il petto; il suo nome è una stella che esplode tra i denti del silenzio e appicca il fuoco del coraggio. Il suo nome illumina a giorno questa notte violenta, la lunga notte dell'anima, Ashraf ... Quando un poeta muore ucciso dalla superbia di un dio nefasto la sua poesia vive ancora di più sulla stele del tempo e sopravvive, immortale, a ogni lamento; non dentro un libro, no ma sulla bocca del silenzio sulle dita della libertà, Ashraf Fayadh! Condannato a morte perché rifugiato o perché poeta? Ashraf Fayadh, 35 anni, poeta ed artista palestinese, è rappresentante dell'organizzazione di artisti britannico-saudita Edge of Arabia. Nel 2013 è stato tra i curatori della mostra Rhizoma alla Biennale di Venezia. È stato arrestato nel gennaio del 2014 e nel maggio dello stesso anno è stato condannato a quattro anni di prigione e 800 frustate da un tribunale di Abha, nel sudovest dell'Arabia Saudita. Dopo che il suo primo ricorso è stato respinto, una nuova corte lo ha condannato a morte. È accusato di aver promosso l'ateismo con i suoi testi inclusi nell'antologia poetica "Instructions within" (2008)
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10-02-2016 | Redazione Oceano | I limiti incomprensibili delle catene umane s’imbattono inclementi dinanzi alla parola, unico ponte per carpire la strada dell’unicità. Se muore un poeta divampa il silenzio in inarrestabili ellissi senza fine che urlano il coraggio dinanzi all’immortalità delle idee. |