La lacrima

Quante albe hanno baciato il mio risveglio
specchiandosi nei miei occhi stanchi
velati dal silenzio di lacrime mute
immobil come cristalli
lucenti di  tutti i miei desideri ormai spenti.
La notte si ammanta del suo nero più oscuro
non si accendono le stelle
la luna mi nasconde il suo candore
io resto strozzata in un gemito di dolore
tutti i miei perché si scontrano con il cuore
vogliono sapere se andare o restare
galleggiare sulla superfice della mia coscienza
o annegare nella più profonda dimenticanza.
Le mie inquietudini mi fanno compagnia 
nello scandire delle ore
nel silenzio assoluto odo solo il rumore
del loro perenne danzare
volteggiano sulla mia anima
con passi lievi e furtivi
lasciano impronte pesanti
calpestano i miei sentimenti più vivi.
Intanto il buio si allenta
premo sul tuo corpo le mie mani
resti immobile e incosciente
dentro lo stesso letto siamo lontani
io annaspo nei miei deliri
tu accanto a me non sai di essere assente.
Una nuova alba scivola dolcemente
sulle ore non più piccole del giorno
si fissa nelle mie pupille
quell'ansia opprimente svanisce
il tuo sbadiglio mi dice
che tra un istante vedrai la luce
del nuovo giorno che ti è venuto a salutare
pensi che nella quiete della notte
ho dormito abbracciata ai miei sogni
ma una lacrima scivola timida
e si posa sul cuscino
forse è la speranza di un sogno...
... l'ultimo... di averti vicino.
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12-04-2014 Cagnacci Marzia Grazie cara Ritanna, si è proprio come hai percepito tu!

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Pubblicata il 03-08-2012

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