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Nella tempesta

Eran le mani fredde come di ghiaccio
sul mare che forte urlava la sua rabbia
vento e schiuma a sferzar le onde
e nuvole sconvolte ad aggredir la sabbia.

Soli sconosciuti siam rimasti 
nelle tempeste mute di speranza
spenti raggi vuoti di calore
inutili carezze a fiori affranti.

Fredde le mani strette sul timone
e gli occhi attenti a leggere le stelle
l'approdo alfin raggiunto con affanno
tra ali di gabbiani a circuir lo scoglio.
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Pubblicata il 20-11-2012

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