Nata a Palermo

C'era una volta, una famiglia di 9 persone, sette figli, belli e biondi: 5 femminucce e due maschietti.
Abitavano in un rione di Palermo, non esattamente ricco, vivevano in due case al secondo piano di una
palazzina un tantino fatiscente, per descriverne il clima, che regnava in quella rumorosa  casa vi
elenchiamo alcune cose che puntualmente accadevano:
alle 20 in punto, il papà rientrava dalla sua bottega di falegnameria, i profumi di un cibo povero ma
nutriente si sentivano in tutta la scala, man mano che papà saliva, stancamente i gradini, si ricaricava,
quel trambusto faceva parte del suo amato mondo!  papà Antonio era piccolo di statura, un bell'uomo con
degli occhi azzurri intelligenti, e una bocca carnosa cercava di portare ordine in quella baraonda, lui
era cresciuto in collegio dopo la morte del padre e la grave malattia della madre... quindi, era un tantino
rigoroso, ma si faceva prendere sempre dalla commozione di quella sua grande famiglia che lui aveva
orgogliosamente creato, insieme alla sua Ester; l'aveva sposata, quando aveva appena sedici anni, quella
donna intelligente e piena di fantasia, sembrava una diva del cinema, lui  aveva sette anni più di lei,
ogni tanto litigavano, per sciocchezze.... per i soldi, ma, mai per poco amore!, loro erano invidiati dai
vicini, erano considerati una famiglia felice.

Mamma Ester nel vicinato, era conosciuta come l'infermiera, a quel tempo erano tutti un po' poveri e mamma,
avevaimparato a fare le iniezioni ,lo faceva gratuitamente,! in cambio, anche i vicini erano gentili
con lei: Una, le cuciva a poco prezzo i vestitini per i bambini, una elargiva gli odori del suo orto
sottostante,  l'altra, la chiamava appena sfornato il pane, (era la moglie del fornaio) sapeva quanto noi
si fosse golosi, del pane caldo, appena sfornato.lo mangiavamo con un filo d'olio lo si roteava con
beatitudine, come stessimo mangiando un cibo estremamente pregiato.

Questo era il clima in quel rione, questo era il modo d'interfacciarsi al meglio col proprio vicinato.
La strada che ricordo, anche lei era piena di vita, i commercianti vociferavano per vendere le loro
mercanzie, le donne dai piani superiori calavano “il panaro” un paniere che lasciavano cader giu, dal
balcone, legato ad una corda, << dieci carciofi 20 lire >> “i domestici, accattativi i domestici!
”urlavano, per farsi sentire i commercianti; I domestici, erano carciofi bolliti, in un grande
contenitore, affumicatissimo, sopra un fuoco che cuoceva e  teneva caldo quelle delizie, quanti profumi,
quanti ricordi in quella strada..... Palermo, bimbe che giocano a corda fino a tarda ora:
arancio limone mandarino! ogni bimba rappresentava un frutto Rosalba la più piccola dei sette figli non
sbagliava mai, era instancabile, così le altre bambine sbuffavano,in attesa che toccasse loro, e poi
improvvisamente papà alle spalle, che con aria di rimprovero, la chiamava a salire a casa per la cena
e si! capitava anche questo! ma in quelle strade assolate il giorno sembrava non finire mai, era tutto
da vivere fuori, solo  quando  pioveva, ed era raro!ci si riparava nel sottoscala, che diventava teatro
delle scene inventate li per lì, ci si arrotolava le gonne a mo di tutù e si cantava: dadaumpa,
dadaumpa! Era la famosa canzone delle gemelle kesller, così perfettamente sincronizzate fra loro.

Infanzia a Palermo, così colorata, così rumorosa, ma poi una delle sorelle l'unica più grande anche lei
sposa bambina si trasferì a Torino, città laboriosa, allora definita città industrializzata, in quel
tempo, c'era la corsa, ad andare al nord... i fratelli anche loro, ormai cresciuti, seguirono la scia,
si trasferirono, ad uno ad uno in quella città, piena di nebbia, triste, senza mare senza quel
meraviglioso cielo blu stellato.di Palermo.

Tutto quel gelo, investi la solare famigliola diede loro lavoro, ma levò quell'allegra spensieratezza,
del vivere alla giornata, del vivere la strada, del vivere i colori, i sapori, la fratellanza del
vicinato, ma l'umanità continua ad evolversi attraverso i cambiamenti, e quella famiglia cambiò come
da copione.

Si sposarono, ebbero figli, persero un po' dei valori, soprattutto persero presto  i loro genitori...
ma non persero mai il loro amato amore per la loro città natia ..non la potevano scordare, la portavano
impressa nei loro .cuori, e nei loro  occhi!  Avevano portato con se, il colore, rubato al mare, quello
che bagnava la loro amata, Palermo!!!
data autore commento (si può commentare solo se si è loggati)
19-05-2014 Mandala' Rosalba sentire di avervi coinvolti,coi ricordi di una famiglia povera, che viveva più di affetti che di beni materiali, mi riscatta, in fondo i valori della vita, sono le piccole cose....Grazie per il vostro splendido commento!!!
18-05-2014 Redazione Oceano Uno scorcio di città in tempi ormai lontani ma tanto cari al cuore, rivissuti su un foglio sgualcito, al lume di candela e baciato ad ogni pausa. Sì l’elaborato mi conduce ad una visione retrò, i sentimenti veri, puri, una famiglia tipica, dai valori saldi. Ma il progresso il suo ingresso nel corso del cammino e la vita, la vita… Capovolta, nuove famiglie e nuova vita, ma quell'odore di pane, di vecchio, di genuino, sotto il cuscino, inzuppa fogli bianchi di lino. Il proseguo è già scritto e tanto ancora da scrivere ma… Nata a Palermo, coinvolge!

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Pubblicata il 15-05-2014

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Commento dell'autore

Un pò di me, in un racconto,
la mia infanzia, la mia città...
ricordi