Ignare lacrime

Pomeriggi troppo lunghi
tra claustrali pigmenti
isola estrema
attonita esposta a soffocare
 
perdute umanità, indietreggi
non sei più tu!
 
Amaro martirio di germogli
misero genitore
non ho riccioli neri
su un capo di bambina
senza quiete ancora
 
Poter raggiungere i laghi dell'amore
divenuti regno dell' io nascosto
 
Ed ero brilla, come  lucciola al sole
ho regalato versi di vita
donando sorrisi
ma sono e rimango prigioniera
della mia stessa vita
 
Vera come una pianta
ascolto canzoni
accarezzando la  pace e la noia
occhi stanchi dentro
chiari come acqua pura
 
Maestro non ho più parole
bandisco la rabbia
l'amore dei  fantasmi
sugli orizzonti di ogni domani
 
Tremolii di un velo
che veste le pioggia
troppo presto le paure di madre
non scriverò più
poesie d'amore
 
Arrossisco tra le rose
carnose sinuose
pezzi di vetro sparsi, qua e là
seguirò quell'onda che ravviva
quel ritmo costante di un tempo andato
 
Calde lacrime scendono
dove finiranno non posso saperlo
ignare del dolore che le ha generate
li terrò con me 
Troppo lunghi i pomeriggi.
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07-08-2014 Redazione Oceano Rinunce e privazioni, ignare lacrime e pomeriggi in solitudini.
Alla ricerca di sé!

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Pubblicata il 05-08-2014

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