L'aquilone dei sogni

Giochino giocherello
quelli si che eran giorni belli
 
ci facevam beffa
delle comari e della mamma
 
vedevam volare in alto gli aquiloni
delle lenzuola bianche
appese al sole
della nostra giovinezza
 
giocavam alla campanella
con la pietruzza ben sottile
si contava un due e tre
saltarellando con un piede
 
ti sei nascosta
ed io ti trovo
attenti a non sudare
ci gridavano in coro
mamma e nonne
 
Tra le foglie li vedo ancora
son svanire
sono solo ombre
 
sono immagini
scritte sul cuore
ridon quei cari volti di bambine
 
gambe stanche
capelli bianchi
artrite e reumatismi
occhialoni e carrozzelle
 
han lo sguardo ormai lontano
invecchiato e stanco
vanno verso
un dove non lo sanno
neanche loro 
 
Acchiappami... acchiappami
se ci riesci
sai ti troverò
dove sei nascosta
 
un suono
ritorna bussando doloroso
nel silenzio
l'anima è un libro aperto
di memorie
vaghi flash
dove siete amici miei
 
siete sparite nel buio oltre 
la vita
ed io non mi ero accorta
 
campanelli e saltarelli
nel mio cuore dolente e sonnolento
un velo di tristezza mi sfiora
 
per parlare ancora
e ricordarmi di voi
 
guardo oltre le lacrime
è vedo
 
Ci siamo tutti
a giocare ancora
con l'aquilone dei sogni.
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10-08-2014 Redazione Oceano L’autrice ripercorre tappe, l’analessi dei ricordi incarna il presente, si mostra gentile e garbato, oggi chiede all’anacenosi dell’intimo velato di tristezza.

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Pubblicata il 08-08-2014

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