Vederci chiaro

Tornano le risate
la roba ammassata al suolo
dove si dovrà dormire a terra
 
Buon sonno la notte non avrà fine
l'esultanza finta mascherata
triste il suono della pioggia
scivolare sul parabrezza

stretti come gherigli di noce
la nostra storia è tutta lì
 
Verità nascoste
archiviate da una riga di malore

sono un nomade 
vendo il mare e l'aria
respiro la verità
di ognuno di voi
in una meschina menzogna
 
pochi stracci riscaldano
me e i figli miei
vendo pure l'aria al diavolo che non la compra
freddo fame vergogna
al passaggio degli sguardi
 
vederci chiaro
nell'essere che non è essere
senza più dimora nè lavoro
 
Bene... bene... vendete
comprate rose ad occhi serrati
dal giardino nascosto
sotto bugie false e ben negate

ed io le guardo sorridendo
annegando senza acqua fin sopra il collo
 
Affogo...
senza porta
vedo l'orizzonte in fondo

morire...
in miseria
pesante agonia
un orologio fermo senza lancette
 
fatale...
assistono indifferenti 
alla veglia di un suicidio apparente

l'ombra bianca della disfatta
al di là 
di quello che dicevano, chiedevo e chiedevo
“Un misero lavoro”.
data autore commento (si può commentare solo se si è loggati)
07-09-2014 Redazione Oceano In questa triste realtà, l’autrice guarda e conduce a sé una verità sofferente, ella si rattrista alla sorte avversa di chi non trova lavoro.