Sei una vecchia scarpa

Una vecchia scarpa,
accompagnerà la mia poesia,
terra gemella luna mortale,
dall'acqua malsana nascerà la vita.

Vecchia scarpa tutta slacciata,
buttata via,
scorza strappata coi denti.

Una buona fetta di melone,
sgranocchiato sulla riva del mare,
ed un appoggiar di scritto,
arruffato alla mente sognante,
di un chiosco di bibite e spremute,
che rinfrescar fà,
alla fontana del ghiaccio.
 
Gente che va e gente che viene,
nel lungomare passeggiando,
e fa lo struscio,
con scarpe nuove e gambe in mostra.

Tutta un'arte quel vissuto,
su un circolo planato di giungo menzogneri, 
lasciar l'inchiostro,
per macchiarsi le mani.

Per porger l'altra guancia alle critiche,
di comari impiallacciate in passerella,
son signorotti rinnovati,
un dì con lampada a petrolio,
e un tozzo di cipolla.

Oggi con abiti firmati,
questa è la faccia d'oggi,
di sputi veleni e ipocrisie,
tutto grasso che cola via,
non attacca sulla pelle mia.

Deglutito e ben digerito.
vola oltre di là dei sorrisini. 
lisciar la coda al gatto di certo,
non le farà le fuse.
e le pecore senza cervello,
andranno in brodo di giuggiole,
quando un gallo le canterà nel cortile.

Miseria e nobiltà del vivere d'oggi,
ed io sola me ne sto,
a guardare il mare,
con un barattolo in mano,
pieno di buona marmellata,
e quando sarà svuotato,
metterò tutte le poesie dentro,
e le getterò in mare.

La poesia oramai è ben finita,
va a morire in fondo al mare.

Solo la mia vecchia scarpa sarà un mio tesoro...
come lo sono io “una vecchia scarpa”.
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Pubblicata il 16-04-2015

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Commento dell'autore

Rabbia nel vedere il mondo
andare a farsi benedire