Cantico dei naufraghi
Oh... Mia fresca acqua di mare, sarai tu la nostra salvezza, dolce... tenue luna, accompagna la nostra rotta. Caro fratello ci hai fatto imbarcare, con donne uomini e bambini, siam partiti infreddoliti, con speranze di pace. Il barcone pieno traballava, arrivò la notte siam tutti morti, la speranza svanì, han ritirato reti e tende, come pesci ci han pescato. Oh… Dio mio dove eri! fratelli sorelle e figli, un' unica tomba il mare diventò, la danza del barcone così cessò, coprendoci sotto, col suo legno marcio, si scrollò la rabbia addosso a noi. Un cantico di miseri innocenti, siam fuggitivi, creature d'orizzonti senza confini, siamo fiori strappati alle nostre terre, per essere sepolti altrove. La fiducia sta a Dio, nel suo perdono, e nell'odor del mare addosso. Stanno zitti, di grida più cessarono, un cantico di morte un misfatto d'ingiustizia, quel faro somigliava alla speranza, per non incespicare sui ciechi cammini errati. Uccelli dispersi dal nido, caduti dall'albero delle promesse. Pulviscolo del sole, frescura di vento marino, soffia chi accoglie negandogli il giorno, una immensa moltitudine, nel danzar veloci tra mare e onde, svanisce nella notte il tempo loro breve di sogni. Svolazzano come farfalle, restando solo corpi e silenzio sulla sabbia fredda, Penetra il dolore nelle vene, di un mare azzurro ricco di conchiglie Ne son morti 700 Un Cantico... di pace
data | autore | commento (si può commentare solo se si è loggati) | |
26-04-2015 | Redazione Oceano |
Ancora dei lutti lungo la scia di navi di disperati, seguono un triste destino che non vedrà mai la terra della speranza! |
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20-04-2015 | Catania Rosaria | In cantico in memoria si tante vite umane morti in cerca di salvezza |