Come un uomo che piange
Guardò fuori dal finestrino. Oltre il vetro segnato da piccole impronte di mani, certamente quelle di un bimbo, vedeva gli alberi rincorrersi, con i rami protesi al cielo e le foglie vibranti, scosse dal vento. Era in viaggio da un po' di ore, era in viaggio da tutta la vita... Strinse gli occhi per meglio mettere a fuoco... scorgeva un paesino, in lontananza, un gruppo di case morbidamente adagiato sul fianco della collina... Il treno si sarebbe fermato, da lì a poco, avrebbe sostato proprio ai piedi del colle... " Scendo, qui.". Decisione fulminea, improvvisa, neppure pensata... veniva fuori da qualcos'altro... un richiamo, forse, una sensazione, la percezione, ecco, di essere arrivato. Ma, arrivato dove? Come rispondere... neanche conosceva il nome di quel posto, e neppure gli interessava... Gli occhi dolevano, la stanchezza li vinceva... occhi consumati da visioni rapaci... erano stati educati, loro malgrado, alla lettura di quel che visibile non è... e mai lo sarà. Si sedette, in attesa del sibilo della frenata... la testa tra le mani, le strinse forte alle tempie, come a richiamare a sè un ricordo... un'immagine... un volto... il suo sguardo si aprì, era chiaro, luminoso... ci si poteva vedere dentro.. .trasparente... umido... bello... come lo sguardo di un uomo che piange.
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