Di fato e canto è intessuta la mia veste

La mia danza muove il ritmo
del sangue tuo, nelle vene. 
Da un germoglio nel mio ventre
sboccia ancora nuova vita
e tu raccogli i figli tuoi
come il grano dalla terra. 
E io terra sono stata
dall'origine del mondo
Sulla mia pelle, fertile zolla,
soffi vento e scrosci pioggia 
e bruci notti in riverberi di fiamma,
per lasciarmi sola e vuota nel silenzio dell'aurora. 
La dea Madre hai scacciata
dalla sua sacra dimora
e all'altare del tuo dio
si fa peccato la mia forza
diviene oltraggio il mio intelletto
e il coraggio del mio amore
pianta il seme della colpa.
Ma io sono il destino
Da me tu esci e poi ritorni 
E seppur la carne geme
e goccia rosso il mio dolore
di fato e canto è intessuta la mia veste
E non tracima dal cuore
il mio grido senza pace.
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02-07-2014 Redazione Oceano E la madre genera la discendenza! Figli d’un peccato, arsi dalla fiamma del rimorso, occultati al male e al bene: sangue e vita della madre! Vento incatena, pioggia purifica, fiamma rinasce, percuote e sventra , mentre diviene peccato il fare e oltraggio il donare. Donna o madre, terra arata e germogliata. Unica e indispensabile, nel voto d’amore, redentrice: il canto di sirena nelle vesti di donna: né perdizione né dannazione, ma amore nel grido eterno. L’autrice si dona nei versi pieni d’amore e di purezza alla luce di una verità di sempre, l’amore è vita.

Pubblicata il 28-06-2014

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