Odis-sea

E volevo
morirti dentro
perchè,
incapace di viverti,
ti cullavi, remando
tra le mie labbra,
un sapore
che più non ricordo,
mi sfuggiva la mano
tra roseti di spine
su isole
che graffiavano l'anima
e colavano brina
attraverso il profilo
di un viso bambina.
Io già la sentivo
l'ardente malinconia.
Inadatto al mio cuore
ed io come Penelope
ma senza più amore
tra le ombre di vita,
intessevo i miei giorni
con il filo della speranza
e scucivo con cura
tutto ciò
che poteva ferirmi
del tuo ritorno.
E volevo
morirti dentro
per non vivere più
del tuo vuoto
e della mia assenza!
data autore commento (si può commentare solo se si è loggati)
30-09-2014 Redazione Oceano Al modo indicativo di un passato lontano, il desiderio passivo, all’abbandono al dolore che sospeso sul percorso accidentato, si lancia nel vuoto.
Simile all’attesa conscia dell’assenza, l’autrice guida un afono sentire, cieco e muto in sé perché perduto il bene primario.
In malinconia e in sofferenza, la lirica giace al destino avverso.

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Pubblicata il 27-09-2014

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