Spermatozoo affidato al mare

Spermatozoo affidato al mare,
una casa forzata dove disegnarsi un volto,
non un sospiro d'amore a tracciare le ali
ma semplice distrazione 
di una notte di fine estate.
Fiore tenero, liberato al mondo
urla al cielo chiedendo amore,
questo mio vivere da spermatozoo errante
in questi foschi mattini
in cui la primavera sembra una mera utopia,
come essere uomo 
oltre tutta la cattiveria umana.
Alzo una rosa al cielo,
la parola si fa vento per salutarti,
tu sai che il guerriero ha una corazza d'argilla,
che la criniera del leone si fa d’argento.
Libero un pianto liberatorio,
una nuvola leggera scende sugli occhi
quasi a volerli asciugare,
come se tu mi porgessi un fazzoletto.
Respiro forte,
vibra forte la mia inquietudine sui prati di aprile,
chiudo gli occhi e riposo, 
magari divento leggero
a volte morire è rinascere 
magari imparo a volare.
Poi penso al mio amore,
raddrizzo questa carcassa d'uomo ,
magari domani e' un altro giorno
e resto come foglia dimenticata dall'albero,
sto accartocciato a raccogliere pioggia.
Arriverà la mano del mio amore a raccogliermi
 ci sarà nuova terra per l'anima.
Cerco di accordare il mio piano
cercando tasti bianchi tra le orchidee in fiore,
quelli neri posso anche trovarli 
nel lato oscuro del mio male di vivere.
Nei tuoi occhi 
trovo la speranza e sale per le ferite,
tutto il resto non c'entra, 
ora siamo noi al centro,
mi basta per non mollare 
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13-05-2015 Redazione Oceano L’amaro silenzio e il calice senza liquido per un uomo che guarda, ascolta e si lascia vivere.

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Pubblicata il 06-05-2015

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