La storia di Ricky
Un giorno... ...Ero una ragazza delle superiori, vidi un ragazzo... frequentavamo la stessa scuola, lo conoscevo... di vista, so che si chiamava Ricky, mentre stava camminando, un gruppo di ragazzi gli corsero incontro e lo urtarono facendolo cadere nel fango. I suoi occhiali volarono via, e li vidi cadere nell'erba un paio di metri più in là... Mi rapì il cuore! Così mi avvicinai a lui, mentre penosamente stava cercando i suoi occhiali, vidi una lacrima nei suoi occhi. Raccolsi gli occhiali e glieli diedi dicendogli: "quei ragazzi sono proprio dei barbari, dovrebbero imparare a vivere." Ricky mi guardò e disse: "grazie!" C'era un forzato sorriso sul suo viso, era uno di quei sorrisi che però mostrano vera gratitudine. Lo aiutai a raccogliere i libri e gli chiesi dove viveva. Scoprii che abitava vicino da me così gli chiesi come mai non lo avessi mai visto prima, lui mi spiegò che prima andava in una scuola privata, ma lo disse in un modo strano e non convincente. Parlammo per tutta la strada, mi sembrò un ragazzo molto carino e sensibile, capace di ascoltare, così gli chiesi se gli andava di venire in gita al mare con me, rimanemmo in giro tutto il week end e... più lo conoscevo più mi piaceva... era così simpatico e poi mi faceva tenerezza... sentivo qualcosa... non so... Arrivò il lunedì mattina ed ecco Ricky con la sua solita andatura,lo fermai e ci avviammo verso scuola, fu cosi ogni giorno fino alla maturità. Io e Ricky diventammo amici per la pelle. Ogni giorno era il nostro giorno. Dividevamo tutto quello che ci interessava... un giorno anche un bacio... fu bellissimo... Ricky cominciò a lottare, conquistò energie voglia di misurarsi…di competere... diventò il primo della classe e io lo stuzzicavo sempre... prendendolo in giro perchè era uno sgobbone, ma non era vero... era solo molto intelligente. Una volta maturandi cominciammo a pensare all'università, al nostro futuro. Ricky decise per Roma ed io per un altra città. Sapevo che saremmo sempre stati amici e che la lontananza non sarebbe stata un problema per noi. Ricky sarebbe diventato dottore... mentre io avvocato. Forse erano sogni... ma potevano essere anche realtà. Lui era uno di quei ragazzi che aveva veramente ritrovato se stesso e la voglia di vivere di sorridere alla vita... Sono qui per dire che regalare amicizia è la cosa più bella di questa vita, perché ci rendiamo conto di essere capaci di amare. Ricky, dal giorno del nostro primo incontro, prese vitalità e trovò in me una persona che gli voleva bene, che gli dava sicurezza e voglia di vivere, forse nel suo cuore... mi amava... Seppi che nel giorno del nostro incontro Lui aveva pianificato di suicidarsi, di farla finita... perché stanco di lottare con le sue speranze, odiava la vita, negava l’amicizia... aveva vissuto momenti terribili, momenti di senza amore... perse il padre a cinque anni, più tardi la mamma per una malattia fatta di sola sofferenza. Fu affidato ad una casa famiglia, cresciuto sempre da solo senza affetti, schernito dal prossimo perché trattenuto di poter dimostrare a tutti che anche lui era un essere umano…... che poteva amare ed essere amato. Ho imparato da questa storia di vita, che non bisogna mai sottovalutare il potere delle nostre azioni, che con un piccolo gesto si può cambiare il futuro e l’esistenza di una persona, in meglio o in peggio.
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