Unicum
Nel mio cuore, avevo piantato primavere vane, cadute sotto il manto nevoso d'anime stanche di condividere il pane col mio sentire. Ho inseguito chimere, fioriture bugiarde di batticuori sterili. Erano inferni quelle illusioni che, han fatto il patto con satana al prezzo della morte dei miei battiti. Ora, è un poco meno amara quest'attesa in due, mentre l'avverti con me nascere pian piano, accendersi nel cielo che ci fa da copricapo, la speranza di vivere in petto. miriadi d'estati nuove. Fermarsi ad osservare soli accesi, sorridenti, intenti a bruciare le labbra di noi che diventiamo assieme fuoco di passione soltanto con lo sfregarci e poi, al contempo, viverci del mio contro il tuo petto. Baciarci, accarezzarci, fonderci fino a perderci nel mistero amoroso che comprendiamo più semplicemente solo facendoci l'unicum trasumanato di due sostanze un tempo umane, affette dalla sindrome di finitezza.
data | autore | commento (si può commentare solo se si è loggati) | |
05-02-2013 | Violano Luigi | Grazie dell'apprezzamento da parte vostra, redazione. | |
01-02-2013 | Redazione Oceano |
Il rimpianto per un vano passato, sperduto e abbandonato su incolti prati, e una rinascita a nuova vita nel segno di un amore, speranza di cammino a due , in un percorso pregno di estatici sentimenti ed emozioni. Complimenti Luigi, lirica intensa. |