Notte insonne di marzo
Vibrami ancora più forte nel cuore, lascia che la tua carne urli la sua fame smodata della mia. Mettici anima in quello che fai e poi... poi strappa i tuoi anni, non pensare a quando distano dai miei. poi... vieni, vieni più vicino, angelo mio, vieni. La luce di luna, dal cielo, mi cade negli occhi, il cuore desidera soltanto dormirti sul petto. No, no, questa notte piovosa, insonne alla mercè d’un marzo folle in cui a noi si frappone la sorte a tenerci lontani. Resto zitto. Il mio corpo è un inferno, sono viva passione che brucia al cospetto di te, Musa mia che di Venere sei la sembianza fedele. La parola è speranza, son pensiero che vive, sono l’essere umano che, peccando, ha smarrito la strada più giusta ed a te che l’ispiri, o beata, umilmente richiede di esser sua guida nel bene. Mi vien sete di labbra, ma le tue, sono troppo distanti per bere passione. Ora vai in un cantuccio altro di pensiero, Sto piangendo perché t’amo, ma solo il mio cuore ci crede e sa tutto. Devo andarmene a letto, per baciarti ho soltanto la tua foto ingiallita dal tempo, un volto scavato da profonde rughe d’espressione ed un bisogno urgente di carezze, senza corpo, ancora inappagate.
data | autore | commento (si può commentare solo se si è loggati) | |
14-03-2013 | Violano Luigi | Grazie del commento. | |
13-03-2013 | Redazione Oceano | Animo tormentato come le notti di un marzo che, ancora succube dell’inverno, sente forte il bisogno del calore e della rinascita. Un grido accorato, intimo, profondo come le rughe del vissuto doloroso, antico come una foto ingiallita… |