Grazie
E poi, scoprire la gioia di vivere, mentre il pensiero di quel che può accadere a chi m'è caro, mi stritola le tempie, senza sosta, a più non posso. Cadere sotto il peso d'un pugno sparato dritto in faccia al cuore, messo a segno dal destino mentre avevo la guardia bassa. E poi, capire che ancora ci sono dietro una maschera di sangue grumito e con la voce flebile. Sono privo di forze, ma vivo, cammino sotto il braccio e nel cuore d'un gruppo di amici che mi fan da bastone. Certe notti di pioggia, alle volte, sono notti che passano solo con lo sguardo appeso al bianco della volta ed i pensieri fermi ancora a quel volo improvviso, a quel tonfo, punto fermo su d’ un salto fatto inconsciamente, a rischio di vita, senza saper neppure saltare. E poi, dopo, la giornata seguente, sono vivo, sono nuovo come un dono di giorni ancora vergini da scartare. Ho soltanto un leggero dolore e nel petto ancora carburante per accendere altri giorni, altri tratti di penna, per dire il mio grazie alla vita gridando più forte. Grazie, grazie, grazie a quanti mi stavano attorno mentre ormai non vedevo più altro che ombre annebbiate intente a chiamarmi per nome più volte, più forte! Biascicavo parole sbilenche, disarmoniche, insensate a cui il senso l’ha dato la vita, soltanto la vita sapeva che non era ancora giunta l’ora di andare a dormire ammutolendo il cuore sotto la bruna terra d’un requiem eterno. Sono vivo adesso, sono ancora vivo! Lo grido, mentre osservo quei volti gentili che mi donano un cuore ciascuno per sorreggere il mio. Quei volti, forse ancora fanciulli, forse un po' più cresciuti, sono adesso fotogrammi di vita scattati dal mio sviato inconscio; sono pezzi di luce che porto sempre avvolti dentro i battiti del petto, ovunque. Li stendo così, come fossero lenzuola di riserva per coprirmi dal freddo quando cade la neve. La neve, la neve, la mia neve gliela faccio osservare mentre scende dal cielo sull’umido letto di manto stradale. Ce ne stiamo in silenzio a guardare spuntar dalle pietre una speranza in fiore. Impariamo, così, a vivere assieme, non abbiamo un maestro soltanto, ma da ognuno apprendiamo la vita. Poi, se cade nei loro occhi quella stessa dolorosa neve, resto loro accanto, li saluto regalando del bene racchiuso nel pacco regalo d’un bacio; con tanto di fiocco e coccarda a corredo. insegno loro l'arte di vivere e di gioire, soprattutto quando sorge il sole mattutino, appena subito dopo la pioggia notturna.
data | autore | commento (si può commentare solo se si è loggati) | |
02-04-2013 | Violano Luigi | I miei amici, sono speciali. A loro ed alla vita, ho detto grazie in poesia. Grazie anche a voi del sito ke avete apprezzato questa lirica. | |
02-04-2013 | Redazione Oceano | Commovente questa tua lirica, in cui una condivisione di un momento difficile e doloroso, ha rafforzato legami ed amicizie; si respira tenerezza e generosità di affetti. |