Grazie

E poi, 
scoprire la gioia di vivere, 
mentre il pensiero 
di quel che può accadere 
a chi m'è caro, 
mi stritola le tempie, 
senza sosta, 
a più non posso. 
Cadere sotto il peso 
d'un pugno sparato dritto 
in faccia al cuore, 
messo a segno dal destino 
mentre avevo la guardia bassa.
E poi, capire che 
ancora ci sono 
dietro una maschera di sangue grumito 
e con la voce flebile.
Sono privo di forze, 
ma vivo, 
cammino sotto il braccio 
e nel cuore 
d'un gruppo di amici 
che mi fan da bastone. 
Certe notti di pioggia, 
alle volte, 
sono notti che passano solo 
con lo sguardo appeso 
al bianco della volta 
ed i pensieri fermi 
ancora a quel volo improvviso, 
a quel tonfo, 
punto fermo su d’ un salto 
fatto inconsciamente, 
a rischio di vita, 
senza saper neppure saltare. 
E poi, dopo, 
la giornata seguente, 
sono vivo, sono nuovo 
come un dono di giorni 
ancora vergini da scartare. 
Ho soltanto un leggero dolore 
e nel petto ancora carburante 
per accendere altri giorni, 
altri tratti di penna,  
per dire il mio grazie alla vita 
gridando più forte.
Grazie, 
grazie, 
grazie a quanti mi stavano attorno 
mentre ormai 
non vedevo più altro  
che ombre annebbiate
intente a chiamarmi per nome 
più volte, più forte!  
Biascicavo parole sbilenche, 
disarmoniche, 
insensate a cui 
il senso l’ha dato la vita,
soltanto la vita sapeva 
che non era ancora giunta 
l’ora di andare a dormire
ammutolendo il cuore sotto 
la bruna terra d’un requiem eterno. 
Sono vivo adesso, 
sono ancora vivo! 
Lo grido, mentre osservo 
quei volti gentili che mi donano  
un cuore ciascuno per sorreggere il mio. 
Quei volti, 
forse ancora fanciulli, 
forse un po' più cresciuti, 
sono adesso fotogrammi di vita 
scattati dal mio sviato inconscio; 
sono pezzi di luce che porto  
sempre avvolti dentro 
i battiti del petto, ovunque. 
Li stendo così,   
come fossero lenzuola di riserva 
per coprirmi dal freddo 
quando cade la neve. 
La neve, la neve,
la mia neve gliela faccio osservare 
mentre scende dal cielo 
sull’umido letto di manto stradale.
Ce ne stiamo in silenzio 
a guardare spuntar dalle pietre 
una speranza in fiore. 
Impariamo, così, 
a vivere assieme, 
non abbiamo un maestro soltanto, 
ma da ognuno apprendiamo la vita. 
Poi, se cade nei loro occhi 
quella stessa dolorosa neve, 
resto loro accanto,
li saluto regalando del bene 
racchiuso nel pacco regalo d’un bacio; 
con tanto di fiocco e coccarda 
a corredo. 
insegno loro l'arte 
di vivere e di gioire, 
soprattutto quando 
sorge il sole mattutino,  
appena subito dopo 
la pioggia notturna.
data autore commento (si può commentare solo se si è loggati)
02-04-2013 Violano Luigi I miei amici, sono speciali. A loro ed alla vita, ho detto grazie in poesia. Grazie anche a voi del sito ke avete apprezzato questa lirica.
02-04-2013 Redazione Oceano Commovente questa tua lirica, in cui una condivisione di un momento difficile e doloroso, ha rafforzato legami ed amicizie; si respira tenerezza e generosità di affetti.

Pubblicata il 28-03-2013

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Commento dell'autore

Questa poesia, è particolare.
La dedico a tutti i miei amici
della compagnia teatrale
"Ciak Sipario" di San Severo (FG).

A loro, va il mio grazie
accorato per avermi aiutato
moltissimo in un giorno
particolare della mia vita.
Un grazie speciale, va alla vita che,
in quel giorno particolare,
non mi ha chiuso gli occhi,
ma mi ha voluto nuovamente vivo.