Domani
Certe cose le dico in poesia e le stendo sul foglio di carta che in eterno le sa trattenere Lo traduco in parola cantabile tutto intero lo spazio del mio enorme sentire dal ritmo andante Poi, lo faccio ballare tra una virgola ed un punto di domanda.Sì, perchè sai le parole, se le togli dal foglio e le dici in faccia ad un cuore reale mentre le stai di fronte, può succedere che l'altrui petto s'offende e poi, l'occhio tuo stesso gronda acqua salata come fosse una tovaglia strizzata male o un tubo bucato. in quel caso, lo sai, incominci a volerti scrollare di dosso, con estrema urgenza chi ti ha rispedito indietro quei bellissimi verbi che avevi coniugati soltanto per lei aderendo alla regola dei tempi infiniti e cuciti nel sottotetto della sua ghirlanda rossa che le raccoglieva i capelli ben bene mentre lei, t'ascoltava restando come in estasi. Ti guardava sognante mentre accordavi la voce col suo taglio degli occhi che ti faceva cantare , con labbra d'anima e cuore, una neonata canzone. A me, servono solo quattro parole e due ali di penna biro per poter volare spegnendo la ragione ed annullando l’essere che dentro il verbo esiste e tutto si completa. Poi, quando è giunta l’ora esatta, mi strizza l’occhio il meridiano di Greenwich della coscienza e, dopo aver tirato un ultimo respiro di sollievo, mi congedo dall’emozione con un ciao adagiato sul prato verde d’un punto fermo che diventa il mio letto e, con garbo, bisbigliando sopra un filo di voce semi addormentato, m’invita a dormire al suo fianco. Rimarremo abbracciati, nello spazio venereo dell’inconscio, fino all’alba di un nuovo sentire. Carpiremo nell’attimo fugace il suo primo vagito, lo battezzeremo alla fonte d’un raggio di sole radioso e tiepido, gli metteremo il candido vestito della brezza marina: gli daremo per nome il domani sormontato di belle speranze e stracolmo di viva gaiezza.
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