La saggezza di una fanciulla

La bambina sulla riva con la frenesia
nei suoi passi acerbi di tristezza,
come un faro di scogliera operativo
alla salvezza in giorni di buia tempesta,
intravede la conchiglia adagiata sulla rena,
sollevata nell'animo dal dondolio
cullato delle spume.
Abbandona all'istante il suo aquilone,
con l'impeto del templare nel togliersi
il mantello impolverato di disfida
e con uno sguardo intriso alle acque,
la rilancia a loro fecondando una speranza,
risucchiata all'istante nel loro ventre 
ad esser testo per un canto di sirena.
Il nostro amore naufragato per una semplice brezza
attende te come genesi,
per dare esistenza ai miei giorni 
e stanco continuo a sperare in ogni  anfratto
perchè tortuoso è il mio cammino, 
cercandoti perdutamente nelle bellezze, 
perchè soltanto li potrei trovare te
regina incontrastata di quel regno.
Bivacco sotto una rosa che intenerita
dal mio mio imprecare alla pioggia
a me parsa in una goccia di rugiada,
apre la sua porta ai miei graffi per accogliermi, 
ed è focolare per un mendicante di sogni come me.
Si dimena in me una giovane empatia diversa,                                                                            
il risorgere, il ritrovare la vitalità di una fenice,
le ali di una rondine di ritorno al ricercare la sua dimora.
Pulsano con sangue caldo le emozioni e rianimato di vita
comprendo di trovarmi nei petali dei tuoi occhi,
grazie al vento che spande il tuo profumo sulla mia pelle,
accompagnato dal frinito delle cicale 
orchestrali di un suono di  festa,
per il canto giunto da un rigurgito del mare.
Grazie  fanciulla mia,
riprendi il tuo giocare.
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Pubblicata il 06-03-2013

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Commento dell'autore

La bambina sulla riva con
la frenesia nei suoi passi
acerbi di tristezza,
come un faro di scogliera
operativo alla salvezza in
giorni di buia tempesta,
intravede la conchiglia
adagiata sulla rena,
sollevata nell'animo dal
dondolio cullato delle spume.

Abbandona all'istante il suo
aquilone, con l'impeto del
templare nel togliersi
il mantello impolverato di
disfida e con uno sguardo
intriso alle acque,
la rilancia a loro fecondando
una speranza,
risucchiata all'istante nel
loro ventre ad esser testo per
un canto di sirena.
Il nostro amore naufragato per
una semplice brezza attende te
come genesi, per dare esistenza
ai miei giorni e stanco continuo
a sperare in ogni anfratto
perchè tortuoso è il mio cammino,
cercandoti perdutamente nelle
bellezze, perchè soltanto li
potrei trovare te regina
incontrastata di quel regno.

Bivacco sotto una rosa che
intenerita dal mio mio imprecare
alla pioggia a me parsa in
una goccia di rugiada,
apre la sua porta ai miei
graffi per accogliermi, 
ed è focolare per un mendicante
di sogni come me.

Si dimena in me una giovane
empatia diversa, il risorgere,
il ritrovare la vitalità di
una fenice, le ali di una
rondine di ritorno al ricercare
la sua dimora.

Pulsano con sangue caldo le
emozioni e rianimato di vita
comprendo di trovarmi nei petali
dei tuoi occhi,
grazie al vento che spande il
tuo profumo sulla mia pelle,
accompagnato dal frinito delle
cicale orchestrali di un suono
di festa, per il canto giunto
da un rigurgito del mare.

Grazie fanciulla mia,
riprendi il tuo giocare.