Prigioniero della tua bellezza

Che strana quiete nel cielo,
disegni di garrule rondini seminati nel volo
e confuse le ossa mie restano nel turbinio,
con occhi si adagiano i respiri spezzati
su un urlo di libertà che la volta imprime.
Chino resto nell'alto sul dorso della spiga 
che riposa nel campo
e taci ancora goccia rossa  di sangue 
della terra falcidiata,
figlia vezzosa di ferita aperta                
nello specchio di un alcova
di lastra ghiacciata.
Taci ricordo mio.
Taci goccia rossa.
Rossetto per le tue labbra essa sia,
graffianti come falco senza vista 
atteso al ritorno su polso senza guanto.
Taci bellezza mia,
lascia che l'aria azzurra si vesta 
della mia prigionia.
Io ti penso con l'anima stretta.
Un urlo per la tua bellezza.
data autore commento (si può commentare solo se si è loggati)