Il pozzo e la luna

In una notte dal ricordo vivo, 
ti colsi con  mano increspata
nella complicità di quattro lune,
sangue nel lume del ritrovo
sul sentiero desolato.
Fatta mio ramo tenero e senza frasche,
le ore crescevano nel bronzo della campana,
cerchio vuoto, 
spazio mai occupato dalla mia linfa.
Scrissi ti amo senza vergare matita,
secca è la forza della mescola dei tuoi colori
nella mia incapacità d'incorniciare 
attimi e momenti;
solo ora m'odori di terra e di pane
e la leggerezza di quel seme scambiato in pietra
è pozzo profondo murato dalla luna.
Cerchio pieno, 
lava distanze
a mani infarinate di vita,
inquiline di un forno spento.
Il pianto s'innesta ai miei occhi
come vite malata.
Cadono firmamenti sopra rovi e agavi.
Il dolore attende raccolta
ma un cucchiaio è già sui tuoi occhi. 
Traccio una circonferenza attorno ad una stella,
luce sul mio angolo senza voce e parola.
Angolo senza più vertice d'incontro.
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