Giovinezza

Si cresceva con l'impeto del grano
mesciuti in pioggia e cocente sole
pressati dal verde desio 
in rizomi a cielo aperto.
Senza memoria di morte
l'alba scolara diligente e maestra
spugnava aneliti di primizie   
su bocche mai  ferme
e vene aperte nel tempo celeste
si dichinavano al vento
in pescatori con maglie larghe
a disperdere il sangue raccolto.
Mani lisce coglievano papiri
in fonti gravide  
di prematura nascita 
allo scrivere di nuove ore
e con rose camminava il torrente
quietandosi nell'ansa stretta
con amore sciolto con amore libero
eguale biada del crine brado.
Il sonno tardo origliava canti
nello zoccolio dei forni 
contrasto al vergare delle fronde 
sui taciturni vetri
ora che la spiga china e mesta
nutre il digiuno 
di quel tempo.
data autore commento (si può commentare solo se si è loggati)
15-06-2013 Pierro Antonio Grazie redazione. Andrò a vedere il Leopardi per l'accostamento evidenziato
14-06-2013 Redazione Oceano Un guardare a ristroso con una struggente malinconia e tenerezza, spennellando i ricordi con le tinte delicate di versi mirabilmente scritti. Davvero molto bello Antonio questo riaffacciarsi alla giovinezza, guardare il tutto con gli occhi della maturità. E chissà perchè, anche se il senso logico è diverso è facile accostare le immagini a quelle del Sabato del Villaggio leopardiano... la mente ne fa un parallelismo involontario. Grazie per la bella lettura.