Il trombettista

Puntualmente lo vedo arrivare, ogni volta che vengo qua.
E’ solo e lento, la sua andatura è consumata come la custodia di pelle che tiene nella mano, l’altra
invece stringe stretta una busta stropicciata. Rimango in un angolo nascosta ai suoi occhi e nel
timore che la macchia purpurea dei fiori che ho portato, possa distrarlo dai suoi gesti, li depongo
silenziosamente a terra, sono sicura che così non romperanno il grigio cinereo nel quale è immerso.
  
Mi dicono che viene ogni mattina, alla stessa ora, è assente solo quando piove o nevica. Dicono che
nella busta stropicciata, non ci siano fiori ma un piccolo sgabello pieghevole e quando ci si siede
sopra, la sua stazza alta e robusta pare restare sospesa nel vuoto, tanto lo sgabello è piccolo e
lui grande.

Eccolo seduto che appoggia con cura la custodia sui fili d’erba, hanno ragione, pare sospeso come
per magia, ma non è quello che m’incanta. Getta un bacio all’amata che incorniciata sul marmo, gli
sorride dolcemente e dall’ottone lucidato a nuovo, le regala melodie di vecchie musiche senza tempo.
Il suono si libra struggente, talvolta malinconico e pressante, talvolta leggero come piuma al vento.
La mia mente corre via trasognata e ci vede protagonisti di una serata magnifica. Siamo molto elegan-
ti, le note sono volate in cielo e diventate un manto di stelle che ci rischiara. La sala è tutta
per noi e la tua mano m’invita a ballare un vecchio jazz che dice “My funny Valentine, dolce e
comico Valentino, mi fai ridere di tutto cuore...”.  

Balliamo teneramente stretti, mentre la tromba canta per noi un amore grande, unico e invidiato. Il
trombettista soffia il finale, è un lungo arrivederci, poi riprende fiato. Asciuga il bocchino,
sistema lo strumento e lo sgabello, bacia l’amata, quindi se ne va. Mi risveglio dall’incanto della
musica che mi ha fatto sognare e commuovere, i fiori che ho portato sono ancora stesi a terra,
aspettano solo di omaggiarlo. Li raccolgo e penso che dovrebbe esserci qualcuno a ricambiare, sem-
plicemente, l’emozione che costui dona a chi sa ascoltarlo, non so se gli farò cosa gradita ma ho
deciso che oggi, quel qualcuno sarò io. Mi avvicino alla tomba spoglia e con cura riordino le rose
in un bouquet di passione che colora di vita l’inciso a lei dedicato, porta la firma “il Trombettista”
e dice “Per sempre sarò il tuo Valentine”.
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