Nel canto della notte
Sei più forte del silenzio e nel silenzio del lago senti le mie aritmie rimbalzare come sassi. Ma se mi piego sento che il calare a picco sulle cose ci fa mondo e il nostro peso da viandante, respiro umido della terra, ci ascende dall’ inferno. Ci avete colto di sorpresa voi… cose fra la vita, nuove covate di primavera sulla terra assordante. Questo è il nostro risveglio incagliati sul bordo della vita. Senza togliere un solo peccato sentire l’eternità soffiarci sul collo è lì che svaniscono i lunghi profumi dei nostri respiri schiacciati sotto il peso di un Dio. Ognuno tracima solo su queste fiamme sotto il calco della propria costellazione e nel silenzio della notte rabbrividisco quando sento il canto interiore di tre foglie appena sfiorate.
data | autore | commento (si può commentare solo se si è loggati) | |
24-01-2015 | Di Paola Claudio | Sì, è proprio così, scoprire nella quotidianità, l'uguale dei giorni che spesso ci portano all'appiattirci, ma, allo stesso tempo è la relazione con le cose, la scoperta del dolore (come anche delle gioie), il nuotare spesso "nell'insignificante" il prendere coscienza di tutto questo ed accettarlo con vigore che ci fa esplodere di vita e di essenza, cercare il profondo delle cose, fra le pieghe, fra i segni che il tempo ci da continuamente, senza fermarsi, dare valore, fidarsi delle micropercezioni. E' lì, secondo me la chiave di lettura per dare un senso dinamico alla nostra vita | |
24-01-2015 | Redazione Oceano |
Nel limbo dei pensieri assordanti e chiassosi che premono nella notte come irregolarità diseguali, resti incagliato in quel soffio familiare. E’ come essere al margine e sapere che nulla cambierà per poter essere differente. Nell’incertezza del buio, dove le fiamme alitano eterne, c’è quel fioco abbaglio che sfiora il tuo soffio vitale. La lirica vibra di sensazioni intensamente oscure ma acuto specchio della nostra esistenza, ove tutto è nell’andare delle cose senza senso, lasciando che quel senso si spenga dentro, arenando il nostro cammino nelle pieghe più cupe dell’anima. |