Notte di San Valentino
La notte ci porge le sue bende dopo averci braccati e feriti Ci siamo assopiti sopra una lacrima che brucia ancora come le viscere dell’Etna Rincorsi come animali incompresi coi volti scavati dal perdono tra passi confusi tra mille eclissi di luna -e ci troviamo ancora ancora una volta- Come vestali tradite ci riconosciamo nell’altra parte del sentire annuendo alle docili ali del caos E sotto questo nuovo angelo brancoliamo fra le ore cieche poi… distesi e inconsci ci inarchiamo dentro le pallide piume delle nostre vene La nostra gioia ci sfianca â€"immensa- di paura e nella deforme sera ci acquattiamo stanchi dentro i forti suoni dell’anima Pieni delle contraddizioni del divenire ci incontriamo in questo fiume antico che ci tiene in vita dentro la nostra inafferrabile notte.
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20-02-2015 | Redazione Oceano |
Nel buio dei silenzi la notte porge ristoro, il riposo è dovuto dopo il peso d’enormi fatiche. Il dolore è latente, è ansia, è ancora adagiato su cuscini di piume. E’ l’inquietudine, è il dubbio, è la mai certezza in una incertezza costruita su desideri, sogni, disordine e pensieri ciechi alla deriva. La vita con la sua luce, l’amore con le sue piume, il sentimento con le varie emozioni, si destano e affronteranno nel caos dei giorni le notti a venire di un odierno cammino del sempre divenire. |