I primi giorni d'inverno
Piume di ali appesantite inesorabili sul tempo di ciò che eravamo e siamo mentre ci inerpichiamo attraverso le goffe ombre dell’invisibile scesa. Raccontami la storia dei secolari canti umani breccia al mio mondo di questi sospesi specchi immaginari di un viaggio senza volto e dalle mille migrazioni nei nostri sguardi. Tu non sei mai cosa sei! Sull’asse della terra siamo bastardi dal sangue nobile. Dai deserti alle foreste non riesco a immaginarti ma ti inseguo, ti catturo e ti sogno mentre mi consumi fra i giorni che non smettono mai di allattarci. Con gli occhi di chi danza tra sorrisi tarocchi e cicale, traccio la mappa della mia vita per non passare muto attraverso questa gracile notte. Essere l’ombra sbiadita di un essere che ci sposta inesorabili sotto le ore. Il nulla né prima né dopo? Alla tua mente alta io sono una scheggia impazzita o uno strano oblio provo a declinarmi come uomo mentre mi sorprendo nudo e cavaliere proprio lì â€"dove ti ho atteso invano-
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15-04-2015 | Redazione Oceano |
E il viaggio continua in una genesi che si trascina tra ieri e oggi, mutandosi e specchiandosi, attraversandosi mentre i volti scoloriscono e si dimenticano nei loro echi. Essere sostanza pura e divenire eterea visione tra le nebbie di occhi scoloriti in mille e mille ragioni incanutite e fragili. Ma la traccia è azione, l’azione è parola, è il non nulla che si scompone ed ogni spicchio è un verso che fiata verso il futuro, è chi pronto all’incontro con la sua forma. |