Di ferita a cicatrice

Sciolta la fune e dimentica quello giardino 
che ti divora la voglia di vivere, 
perfeziona la rotta di ferita a cicatrice.
In questo mondo c'è posto per te.

I papaveri dell'immaginazione 
fioriscono sole, non più inondazione, 
non più parole sconfortate, no.
La luce dell'alba sarà la tua ispirazione. 

Lacrime che non puliscono mai tanto inquinamento.
Le lusinghe mi danno fastidio!!! 
Preparate la mia esecuzione!!!

Se tutto eccede mancanza motivazione.
Non c'è chi si nasconda del maledetto orologio.
Questa fuga mi odora di migrazione 
dove le fate ascoltino il mio dolore.

Lascia la sua impronta vivere il vivacchiare, 
porto cento rose per ogni cicatrice.
Brillo pelle nuova, paralizzato futuro, 
silenziose smorfie, sanno tutto di mio.

Sangue recente che corre senza controllo, 
fugge e si perde cercando l'esterno, 
cerca una ferita, si accalca in cotone, 
diventa inchiostro mi canta la sua canzone.

Canta alla grandine di ottobre che indurisce terra e lombo, 
al favo dell'acebuche, tana di rame ed oro, 
al coltello che rivela il suo filo vermiglio ed ottuso, 
canta al trillo che fa scoppiare tutti i timpani sordi.

Lacrime che non puliscono mai tanto inquinamento.
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Pubblicata il 15-08-2012

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