Storia del disincanto

Per te fui tante cose 
una primavera 
un autunno 
un inverno 
un fascio di luce 
separando il bianco dal nero 
tre segni 
danzando nelle tue dita 
una cascata 
nella pelle dei sogni 
un trifoglio di quattro foglie 
una porzione di cielo

ma 
quando scopristi la mia voce 
levitando nella tua bocca 
ed i miei uccelli facendosi largo 
nella città del tuo petto 
strappasti i nostri battiti 
facesti nodi nel vento

ebbro di lune 
ramificasti la mia creta 
assetata di lucentezze 
bevesti il sole 
popolosa di ragioni 
ascendesti all'impossibile 
strappando la pioggia 
inzuppasti gli astri 
orlandomi alla dimenticanza

ora 
quando lastricai i ricordi 
e nelle rughe di quell'irriti 
abbandonai i miei voli 
ora
che disperai i miei versi 
e accettai che non sarai 
mai più che pietra e ghiaccio 
arrivi dietro le ultime gocce di tenerezza 
graffi il mio silenzio 
e con linee di disincanto 
mi popoli un'altra volta.
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Pubblicata il 18-11-2012

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