Terremoto

Perfetto il mondo, completo
ed io abitando in lui, 
affondando nei suoi mari, 
bevendoli a sorsi pieni, 
bagnandomi completamente 
nella sua vitale umidità.

Fosse di essi, la terra, 
della quale scalo le sue cime 
con attenzione e, quasi, 
reverenziale silenzio.
Bacio i suoi monti, 
li accarezzo lentamente, 
quasi li impasto, 
lasciando dalle mie mani 
la sua impronta in essi.

Soavemente ho morso 
una delle sue cime, 
e dei cieli cadde una pioggia 
fine e salata.
Temei avergli doluto.
L'alba mi tranquillizzò:
era allegria.

Con quell'allegria ritornai al mare, 
ritornai alle cime, 
tornai ad affondare nelle profondità, 
ed a scalare le più alte alte cime...
Mi lasciai la vita e la pelle ed il sudore 
mentre guardavo al cielo 
e bevevo pioggia...
e mi abbandonai all'allegria quando, 
in una sonora alba, 
arrivò il terremoto.
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Pubblicata il 02-06-2012

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