Destino o caso

Io, 
difetto di sabbia 
e ombre, 
scheggia di luce 
e carne 
proiettata 
in intersezioni 
di futuro.

Io, 
uccello di carta, 
deviato 
in alcune regioni 
della sua speranza.

Maledetta, 
benedetta 
con un nome 
e un credo

Io, 
che ignoro 
la terza parte 
della mia linfa 
che ravvivo falò 
grigi 
con logori silenzi 
e mi cresco in attese 
incendiarie.

Io, 
che ignoro 
se destino o caso 
mi concepirono, 
so 
che sono traiettoria 
che nelle mie ossa 
invisibili lampi 
slegano, 
radici sparse 
nel vento, 
casi di tenebre, 
inconsistenze bianche.

Muoio 
in un vuoto di pronomi 
e resuscito 
in battito di parole.

Conosco 
le sirene 
dell'abisso, 
e i mostri 
che abitano 
le viscere.

Che l'orbita pazza 
del mio sangue 
la deviò 
un giorno 
nell'incantesimo 
della tua anima.
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Pubblicata il 14-03-2013

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