Assassinai la musa
Assassinai la musa una mattina. Gli strappai la sua anima di similoro, le sue mani di aria. L'ho Riempita di pietre profonde le tasche per affondarla nelle tombe del suo canto. Ma ella rinacque rugiada, lucida, profonda. Mi consegnò il suo coltello virale. Affilò mille domande con enigmi, cullò tra le sue braccia la parola-radice. Mutó in pietra di luce il suo gene estatico e tornò silenzioso il pianto siderale degli specchi. Ora mi cerca nei buchi neri della mia voce, in stagni di ombra dove si gettano lucciole suicida. Ora mi porta appeso al collo delle sue viscere, al midollo spinale delle sue insonnie.
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08-08-2013 | Redazione Oceano | Difficile annullare qualcosa che è insito in noi, possiamo provarci, ma se ci appartiene profondamente tornerà semre a riaffiorare. Molto bella questa ode all'Arte nella sua originalità. |