Questi versi non sono miei

Questi versi non sono miei, 
le parole che germogliano dalle mie labbra 
sono figlie del concubinato con il tuo sguardo, 
nacquero prodotte da un'eiaculazione precoce 
dalla sfregatura continua delle tue parole e le mie.

Le mie parole sono prostitute di un bordello economico, 
dove le sillabe si denudano 
davanti all'applauso e la baldoria di un udito 
o di uno sguardo che legge portata 
ciò che occulto vive nelle lettere.

Questi versi non sono miei sono figli bastardi, 
frutto dell'innocenza 
dell'aberrazione tra la musica e la scienza,
sono deformazioni tra la parte animale 
e l'umano che vive dentro me.

Questi versi sono tuoi 
ed evocano il palpitare di un cuore 
che irriga in torrenziale maniera il mio corpo, 
con sangue che si snerva 
quando sente dalle tue labbra una parola.

Sono tuoi perché nascono dal romanzo cavalleresco clandestino 
del tuo corpo curvilineo che civetta con i miei occhi 
ed evoca mille passioni rappresentate in lettere.

Sono tue donna! e nacquero il giorno che ti conobbi.
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Pubblicata il 11-11-2013

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