Il miele dei ricordi

Permettetemi 
un fuoco nella gola.

Permettetemi 
un esercito di angeli 
sorvolando 
il profondo mare della nostalgia.

Sono venuto a falciare 
le ombre della luna, 
a crivellare 
con raffiche azzurre 
questo giorno grigio senza viso 
che mi invade 
di autunni l'esistenza, 
e mi inchioda 
nelle guance 
colpite 
un'ascia 
tanto affilata come la paura.

Sono venuto a rodere 
mani e denti 
che strangolano 
i fiori non nati.

A macinare le ossa 
al vento del passato 
che accorre, senza richiamarlo 
ai miei fianchi.

A pregare 
una frazione di eternità 
a queste pupille orfane 
di luce 
che fiutano 
le orme fossili 
di un tempo fatto di squame 
inutili, 
di latte aspro 
e sogni di carta 
soffocati 
nel bordo tenero 
dell'infanzia.

Non attraversai 
i paesaggi della morte 
per seppellire 
in essi il sangue delle mie vene.

Non sono arrivato fino a qui 
per combattere astri 
di notte.

Mi sono vestito di lampade 
l'anima, 
attraversato un labirinto di brina, 
ammucchiati tanti lustri 
nel denso bosco del silenzio.

Oggi porto 
nelle mie tasche 
una vetrina di campane, 
una partecipazione di versi 
già defunti.

Un alveare strapieno 
di fantasmi 
dove estrarre solo il miele 
dei ricordi.
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16-02-2014 Redazione Oceano Versi di intensa carica emozionale che sale e si scioglie sul dolce-amaro della chiusa.

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Pubblicata il 02-02-2014

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