Schegge di tempo

In questa notte, 
mi parla un fiore 
sostenuto nella nostalgia, 
aspettando l'ora del ritorno 
dalla scheggia dell'oscurità.

Il dolore dall'altro bordo mi tocca, 
vedo il viso dell'autunno sulle sue spalle, 
i sorrisi assopiti 
moltiplicando tristezze nel corpo azzurro.

E gli dico:
Bisogna piegare silenzi 
per non toccare il corpo nudo 
che corre alla ricerca d'amore 
e la strada sognata come un Dio.

Parlo da tutte le mie forme spiacenti, 
anche dalla solitudine 
piena di uccelli senza polmone e destino 
che mi reinventa sempre identico al pianto.

Bisogna lasciare partire 
l'unica apparenza vera dell'amore 
tacendo, 
contemplando il diluvio dell'addio 
da un cielo lontano.
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Pubblicata il 01-03-2014

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