Nel campo santo
Madre! lasciami toccare i tuoi capelli che ti copre come spaccata, una luce inamidata che il tempo vestì in un velo; La tua carnagione è un libro aperto con pagine senza dimenticanza, e nella tua espressione si è addormentato come supplicando un bacio. Lasciami ammirare la rosa che è fiorita nelle tue labbra, un mazzo senza spine di una bontà prodigiosa; Madre con voce silenziosa che il vento ruba al suo passo ed un'eco la trasforma in belle prose nel tuo rifugio. Madre! Madre! il mio pianto angosciato nel cielo cerca di vederti, Sarà, Madre! che perdendoti rimasi abbandonato; Io stetti già ora nel tuo grembo tu sei mia, lasciami calmare il tuo freddo col caldo delle mie braccia; Madre! tu sei il mio pianto, mi vesti di Poesia, mi fai vedere tu Mia Madre! Quale Poesia agonizzando; Ti abbraccio perché mi aggrappo, tra il silenzio ed Io, e mi vesto di dolore come vestisti il Campo Santo.
data | autore | commento (si può commentare solo se si è loggati) | |
02-10-2014 | Trapasso Maurizio | Grazie mille Redazione Oceano!!!! | |
23-09-2014 | Redazione Oceano |
Un invocazione e un sospiro dispersi in ricerca toccante, in un luogo dove è pace solo per chi lascia ricordi. La ricerca è vana se per chi rimane il desiderio è rivivere il bacio e l’affetto. Il pianto divampa tra un cielo agognato di sguardi e carezze. Il dolore si veste in presente e, silente, opprime l’ora, l’allora e il sempre! |