Partenze
Sempre ti rivedo con la mano alzata nel saluto e gli occhi umidi alla stazione mentre il treno fuggiva tra pensieri sfumati In lacrime di cristallo E tutti quei pezzi di cuore chiusi in valigia che cercavano l’altro e l’altrove sfidando il tempo. Eppure il nodo di dolore, all’ombra dell’addio, dei tanti addii annunciati, mi lacerava l’anima in tragitti a ritroso e ogni volta che la tua immagine spariva dal vetro, come un riflesso di memoria si scioglieva nei campi di papaveri, In quei giorni di luce che sempre vengono e poi se ne vanno. Ti rivedo; accanto mia madre chiusa nel suo dolore, sempre più piccola come un puntino lontano. Ora neanche più quello.
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