L'iride del mondo
Cos'è una vita a metà se fuori c'è il mondo che urla d'essere vissuto? Denudati dei tuoi logori abiti di stantie quotidianità e indossa i colori dell'iride del mondo, entra nella sua pupilla e guarda la vita con i suoi occhi, respirala con i suoi affanni percorri i suoi sentieri dissestati, cadi, alzati, cadi ma non inginocchiarti mai, non strisciare ai piedi dell'universo come un rettile sputando veleno, rialzati più forte, temprato delle zolle sparse, acuminate sui tuoi transiti ma anche di fiori cosparsi: ti appartengono la pioggia, la tempesta, il sole e te stesso che da sempre cerchi e non trovi, perché ti sei smarrito già prima di cercarti. Esci dal tuo guscio di lumaca che striscia protetta dentro la sua casa o di tartaruga che si aggrava del suo peso e non giunge mai al traguardo o lo raggiunge quando il sole è tramontato. Il mondo ti attende, ascolta i suoi battiti: pulsa per me, per te, per noi che ci trinceriamo nei nostri confini stanchi già prima di viaggiare e lasciamo solo la mente volare, ma i piedi sono sempre a terra saldi sul terreno, con le radici affondate e se restiamo sempre aquiloni o alberi non vedremo mai l'anima del mondo, non succhieremo mai il suo midollo, vestiti come unico calco di carne al corpo chiusi nell'avarizia di questa vita a metà.
data | autore | commento (si può commentare solo se si è loggati) | |