Guardo un angelo nella nebbia...
Guardo il cielo nella nebbia chiedo a un angelo assopito sulle nuvole quanto durerà la danza della terra intorno al sole? Quando il cielo bacerà il mare e il sole e la luna si potranno amare? Quanto l'uomo dovrà ancora pagare il suo riscatto per la vita eterna, se muore ogni giorno nell'attesa del nuovo giorno ... che illude come ieri e domani? La pioggia scende a coprire risate gaie di puttini in vacanza, di innocenze non profanate dal dolore dal bacio della morte che pietrifica la vita e cancella sulla lavagna i disegni bambini. Guardo nello specchio del cielo il mio volto stanco, affamato di verità eluse dai dubbi, osservo i volti randagi di chi tende le mani e raccoglie sassi invece di pane fragrante, di chi ha arginato il mare per scrutare nei suoi meandri l'anima del mondo di chi ha donato anche il suo sangue e ha mangiato la polvere dei suoi passi. Nel vento si confondono le domande e coriandoli di stelle cadono sul selciato a coprire le orme dei viandanti senza risposte, angeli siamo noi con le nostre ali ferite con i voli infranti sui campi minati dall'indifferenza, dal diniego di una dignità calpestata dai soprusi di chi non ha volto e anima e neppure maschera. Angeli siamo noi che cerchiamo di volare ogni volta che il fango ci sommerge brancolando nella nebbia, ogni volta che crediamo di rinascere prima che giunga l'alba a rubarci l'aurora e il cielo è troppo vasto per chi non sa volare troppo stretto per chi non sa amare, ma brama d'essere amato.
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