Quanto di me

Mi chiedo quanto di me, di una infanzia lontana e a volte sepolta, nell’affanno del quotidiano,
nella lotta per il benessere fisico e morale, nella ricerca del quieto vivere , nell’affermarmi,
moglie, madre, figlia, ho perso lungo la strada.
Il tempo è un tiranno, è chi si appropria di tratti somatici, è chi muta le menti, è chi mi ha
accompagnato nel lungo tragitto, è chi mi accoglie adesso, al varco della maturità.
Quanto è rimasto di me, quanto aggiunto negli anni, quanto dolore e gioia. 
Un giorno può essere breve o lungo, dipende da come lo si usa, lo si amministra.
E quando le inquietudini del vivere escono dalla tasca e si accompagnano, il mal vivere, il
malessere dell’esistere, diventa un fratello, un compagno, un avversario da sconfiggere nei
lunghi giorni.
Quando la cognizione di esso diventa reale, quando il bisogno diventa assuefazione, è arrivato
il momento di scacciarlo.
Un mondo si apre, di colori, odori, sensazioni, si ricomincia tutto , un lungo lavoro su se stessi.

Quanto, rimane di sé.
Il vecchio e il nuovo, in una nuova dimensione fragile ma determinata, gli eventi antagonisti a
fare da scenario, in un piccolo giardino estivo, dove la luce e i colori rallegrano pareti sottili,
dove il sole perenne si affianca alla magia della luna, dove i tramonti banchettano con le albe,
dove il dolore è mitigato dalla consapevolezza dello scorrere del tempo. 
Quanto ancora di me da scoprire, da eliminare, da limare, quanto ancora con la complicità del
tempo.
data autore commento (si può commentare solo se si è loggati)

Pubblicata il 26-11-2013

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Commento dell'autore

Un resoconto sincero,
nello scorrere del tempo
fermato a pochi istanti,
nello scrivere di me!