Arrivò piano

Arrivò piano, come un'emicrania
e dove prima sentivi il profumo
la tua bocca già morde il bianco seno,
freddo, come notte che ti sorprende

Ed è lei ora che abita il volto
e nulla esiste che non sia quel marchio
che danna lo sguardo acceso allo specchio
e un sorriso di conquista a perdere

Nodose dita tengono la luna
nel nudo camminare sopra i mondi
un cane abbaia all'ombra di sé stesso
e un allocco finisce lo spartito

Arrivò piano, senza spiegazioni
senza passi da contare a ritroso
e nel tuo orfano abbracciare il vento
c'è tutto il senso a trattenere il pianto

Senza le scarpe fermo hai camminato
tracciando la tua rotta su memorie
e poi di colpo invece sei partito
ma come se nemmeno fossi stato

Arrivò piano, come un temporale
e dove ricamavano le gocce
ora tutto nell'onda si disperde
nel riflusso che danza la tua ghiaia

che adesso mi frantuma consonanti
nel chiamarti con l'inutile voce
ed è il silenzio a gridare più forte
nella guerra che mai nessuno vince

- Arrivò piano, forse inaspettata,
senza fermarsi per mostrarci il viso -
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Pubblicata il 15-02-2014

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Commento dell'autore

Poesia, inedita,
che si è dettata nei riverberi
nati dalla morte di mio padre.