Le rose e i papaveri
E fu così... ti guardai... mille brividi dolci invasero il mio corpo. Furono rose e furono sospiri, eterni attimi, ora cancellati da un silenzio che sprofonda nell'oblìo ed allora è meglio la fine. Però ancora... ancora c'è la vita, e non è poco e poi ancora... ancora... ci sono le rose, il loro profumo ancora... ancora..m'inebria e poi e poi i miei occhi ancora cercano tra i campi verdi e immensi i papaveri, i bei papaveri rossi.
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17-05-2014 | Redazione Oceano |
Non è la solita domanda di retorica e non ho risposte scontate da dare! Un apostrofe che si articola in due tempi, nel profumo di vita, nell'essenza briosa della quasi libertà, nel palpito vitale che diviene ritmo e respiro, alla fine, tragica e non scontata. I perché camminano paralleli con i se, le speranze con i dubbi, la certezza in presenza con l’assenza. Nello svolgersi dei fatti, tra antifrasi, l'eufemismo di chi non c’è più. Eppure si ha diritto alla vita! |