Il sangue del suo sangue

Sei sola
in quel lettino
ci avviciniamo
con il sorriso,
due adolescenti
a farmi compagnia.
Iniziamo a parlare
 sei molto triste,
hai un grosso peso sul cuore.
Cominci a dire che sei sola
i tuoi figli ti hanno abbandonata
non conosci nemmeno i tuoi nipoti.
Nel raccontarti inizi a piangere
mentre le ragazze ti accarezzano.
Nemmeno al telefono più ti rispondono.
Le ragazze esterefatte si chiedono.
Tutti ci chiediamo
ma cosa avrà fatto di tanto grave
questa mamma da restare sola
nel momento dell’ultimo viaggio!
Lei continua a piangere
mentre si abbraccia a noi.
In quel pianto liberatorio
chiede un miracolo
non per la sua vita,
poter riabbracciare
per l’ultima volta
il sangue del suo sangue.
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17-03-2015 Redazione Oceano Il racconto di una vita, solitaria e graffiata di dolore, langue nella tua poesia.
Accolto nei tuoi versi è il pianto di una mamma e, nelle sue parole, il desiderio più intenso: riabbracciare “il sangue del suo sangue”.
Nelle domande inquiete, impotenti dinanzi alla realtà, cerchi il perché di un’ esistenza che dona e toglie senza sfiorare colma il vuoto e i suoi tormenti.

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Pubblicata il 12-03-2015

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