Una farfalla stuprata

Un angolo buio
accosciata 
il capo reclino,
stretto tra mani tremanti,
non più lacrime, non più sorrisi, 
immobile stai.
 
Calda giornata di sole...
che non vedi e non senti, 
solo il freddo gelido, dei tuoi pensieri,
ti fa compagnia.
 
Tremi e sei sola 
chiedi aiuto in silenzio
un silenzio che nessuno acolta
che grida rabbia, dolore e giustizia
svuotata dei tuoi sentimenti
che più non sono.
 
Tu farfalla appena nata, stuprata
umiliata, derisa e calpestata
due volte: ieri ed oggi
dalla società in cui, fino a ieri, credevi.
 
Un bagliore passa e vola via:
le amiche, le passeggiate, i progetti
Mille progetti ma nulla sarà più come ieri
guardi nel vuoto i tuoi piedi scalzi.
 
I lunghi capelli colore oro 
ti copron tutta
gli occhi azzurri chiusi al mondo 
non vuoi ascoltar nulla nè parlar più.
 
E mentre immobile tremi,
una mano verso te si tende 
la guardi e la stringi forte 
la riconosci: è quella di mamma.
 
Su di te si china
il suo abbraccio ti copre e
con un fil di voce ti sussurra: 
alzati bimba mia
sempre accanto ti sarò... 



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