Parole nella sera

Il mio pensiero è sordo questa sera,
sordo e solo in una camera oscura.
Ti cerco, amico, il tuo telefono è muto,
dilato il mio bisogno e entro in sintonia.
Sono parole scritte prive d’importanza,
sono parole che non hanno padrone,
sono parole e non c’è interlocutore.
L’uomo costruisce…costruisce l’uomo...
…il nulla.
L’uomo s’illude di erigere il suo giorno,
pietra su pietra con le mani sanguinanti,
col suo pensiero intreccia l’avvenire,
confuso, vaghezza di luce in un bagliore.
Mille icone conserva nella mente,
mille icone sfuggono alla mente,
un ieri crollato sotto i ponti,
del domani rimane poco e niente.
Vago stasera,
contando gli attimi di vita,
quei sorrisi apparsi e poi svaniti,
le pareti solide delle stanze,
certezze pesanti sulle spalle,
pareti sgretolate a picconate.
Ascolto quei tetti volati troppo presto,
stringo le mani e non avverto il gesto certo, 
dolce accompagno a consolare l’ora.
Cerco parole come cerco un amico,
cerco un amico per affidar parole,
nell’attimo che cambia il battito del cuore.
Si è soli nella sera,
a coltivare fiori,
si è soli nella notte,
a costruir pensieri,
si è soli all’alba a ringraziare il sole.
Forse domani la mia mente stanca,
non saprà di queste parole strane,
forse domani arriverà il riposo,
e quella mano tesa a coniugar la sera.
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10-10-2016 Redazione Oceano La solitudine come costatazione, senza enfasi, solo il dolore di sapersi soli, nella sera, nella notte, quando si ha bisogno di un amico che raccolga parole, ricordi, sorrisi o lacrime.

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Pubblicata il 08-10-2016

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