Panca di pietra

Son belle le bocche dei ragazzi,
miele è il dono delle labbra.

Panca di pietra raccogli le mie membra,
presta un’ora di riposo al cuore,
panca di pietra fammi sorda e morta,
sii guanciale per gli incubi del giorno.

Son lievi le mani dei ragazzi,
farfalle si poggiano sui seni.

Panca di pietra, lava dei crateri,
brucia le mani e non le far parlare,
panca di pietra, gelo del rigore,
sorreggi tu il lutto di ogni ora.

Son sogni le carezze dei ragazzi,
curiose mani palpano turgori.

Panca di pietra per una notte ancora,
sopporta il peso d’ossa di cemento,
panca di pietra per poche ore ancora,
sii alcova a vomitare il male.

Son fiabe i pensieri dei ragazzi,
amori odorosi dell’umor di rosa.
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11-10-2016 Redazione Oceano Ritmici e intensi i versi attraversano palpiti di vita tra giovinezza e l’umana sorte di chi ha lasciato quell’età senza pace. Cercare l’emozione in quelle delicate movenze non da sollievo ma pesta ancor più quanto dentro brucia nel dolore e non trova senno o cuore ad alleviare: “panca di pietra per poche ore ancora, sii alcova a vomitare il male”.

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Pubblicata il 09-10-2016

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