Io vivo

Mi hai uccisa
Una sillaba e
Mi hai uccisa.

Gran Sapiente!
Ora dove sei figlio d’Ippocrate?
Dove stai portando la supponenza?
Uccidi e distratto non seppellisci,
non ti accorgi che l’anima non muore,
sbatti la porta, non ti volti, non ascolti.
Io sono l’errore che ti ha cresciuto,
sono l’orrore nella culla e nei giochi,
la criminale andata in giudicato.
Sparisci,
dimentica,
giramondo
figlio d’Ippocrate.
Gran Sapiente,
non sai che io risorgo,
son mie le ceneri e non le spargo,
le raccolgo e mi ricompongo.
Ieri, oggi e domani.
Gran Sapiente,
dovresti ricordare la tenacia
del mio amore,
bastonalo quanto vuoi 
la sofferenza dell’amore
la porterai con te,
in capo al mondo,
fastidiosa presenza che non muore.
Rammenta: io ci sono!
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01-12-2016 Redazione Oceano “non ti accorgi che l’anima non muore,
sbatti la porta, non ti volti, non ascolti.”
Dolore e rabbia, amarezza e voglia di riscatto, le emozioni che traspaiono da questi versi.

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Pubblicata il 26-11-2016

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