Teofania Vespertina

All’alba
non afferrò il poi,
del gioco delle dita
ballando sulle punte	
il canto della vita.

Al Sole 
rubò epifania
di gioia e afflizione,
in corpo ignaro
di fragilità emotive.

A pelle tesa
dimentica dell’io	
fu pasto dell’amore 
ingordo di sorriso
in solitario delirio.

Nell’ora mezzana
corse con l'affliggo
lungo il sentiero
Irrorato di rovi
sotto cieli amari.
	
Ma lei ballava…

ballava ancora sulle punte,
nel ventre nutriva l’euforia,
ballava ancora sulle punte
incatenata in urna di mutismo.

Ma lei pregava …

pregava ancora all’orizzonte,
nel cuore colmo del suo Dio,
pregava ancora al tocco serotino
inalando il sogno dell’ultimo respiro.

Al buio
intrecciava l’anima
con parole stanche
intrecciava l’anima
col filo del destino.

Poi lei dormiva…

poi lei dormiva
il sonno del ristoro,
poi lei dormiva
la fine del pensiero.
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Pubblicata il 24-08-2017

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