La mia quercia

Immobile eppure in movimento,
Aspetta l’alba e il suo primo raggio,
La mia quercia,
Il mio riferimento.
Si chiude nel protettivo sughero,
Quando i rami spogli, croci intrecciate,
Tremano di paura cercando vita,
Si chiude lasciando falla aperta
Per ospitare il pianto dell’orante.
Tasto il terreno tra foglie morte,
Mi stendo ad ascoltare il canto,
Che dal profondo sale e vibra forte,
Inno di vita, di rinnovamento,
Musica che invade il corpo mio tremante,
Che mi trascina in alto a rinnovar coraggio.
Immobile ascolto i germogli che anelano luce,
I nidi abbandonati riprendere vita,
Socchiudo gli occhi e conto la speranza,
Ne faccio abito, ali per viaggiare.
M’insegna la mia quercia a ringraziare,
M’insegna la mia quercia a perdonare,
M’insegna la mia quercia a pregare.
Ritrovo l’anima e altra nuova vita.
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09-12-2014 Nenzi Vittoria grazie
09-12-2014 Redazione Oceano Una personificazione che nasce e cresce, assorbe, dona, guarda e nutre.
Tutto scorre e tutto muta, nel durante ogni sentimento di pace e di dolore, di cognizione di un mondo in mutazione.
La poesia si accompagna al canto immobile e in movimento di un’anima forte e speranzosa!

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Pubblicata il 05-12-2014

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