Campo in inverno

Qua di fronte c’è un campo abbandonato,
Il proprietario se c’è non se ne cura.
Questo campo scandisce le stagioni
Col rigore di un orchestrale esperto.
Eccolo oggi tutto grigio e spoglio,
Il melograno e i frutti suoi prosciugati,
Senza una foglia solo tanti rami,
Rovi, sterpi spinosi aggrovigliati,
Tenacemente aggrappati ai muri,
La terra coperta di erba marcia
Appare grigia, come incanutita,
Emana il puzzo di morte e medicina,
Laggiù in fondo verso il mare,
Una fico d’india mostra le pale al sole,
Verde e lucente volto all’oriente prega.
Un bimbo e un cane entrano giocando,
Col pane in mano e il sole dentro gli occhi,
Fan capriole nella natura e nel suo fango,
Gioiosi, ridendo carezzano l’unico fiore.
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22-12-2014 Nenzi Vittoria Mi piace immensamente quando il pensiero di un attimo prende luce non solo per me. Grazie per l'attenzione.
22-12-2014 Redazione Oceano Nell’abbandono della terra, incolta alle mani e al tempo, susseguono senza chiedere le stagioni, ritmando con i colori il passare dei giorni.
Fermi, nelle singole parole dei tuoi versi, assistiamo stupiti al mutamento che palpita, ai pennelli che intingono esistenza ed essenza. Irruento, nella natura in movimento, è il gioco perso di quel bimbo e il cane, ed è abbraccio di vita dentro vita.

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Pubblicata il 18-12-2014

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