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Tra il colonnato giocavo a nascondino,
Coi miei fratelli e i figli della Lupa,
Tra boati d’aerei e sirene prolungate.
Tra il colonnato al rombo del cannone
Scartavo il panino e il fresco mandarino.

Nulla è cambiato,
Eterno fascino immutato.

Oggi è festa, Natività di Cristo, 
Bagno di folla rivolta alla finestra,
Onde umane in gigantesca attesa.
Tra la gente appoggiata al colonnato,
Tra canti e preci amo l’antica pietra.

Ecco laggiù in fondo a destra,
Credo di aver individuato un volto,
Si sposta,
Lo perdo,
Poi riappare in alto sotto la finestra.

Mi sbraccio affannata,
Chiamo ma la mia voce è muta,
Risucchiata dal brusio umano,
“Sono qui, non te ne andare, rimani oggi è Natale”.
Svanisce e mi lascia desolata.

Una musica divina,
Una nota più vicina,
Una parola lontana che mi chiama,
Una colomba bianca lentamente plana,
Risale oltre il Cupolone,
Invita al volo in ascensione.

Tra il colonnato mi addormento piano,
Cullata dal sommesso mormorio,
Mondata dal segno della Croce,
La voce del Cristo è solo sogno,
La folla si dissolve senza turbare il sonno.